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L'indagine dell'unità fiorentina, capofila di ActAr, ha per oggetto un importante fondo archivistico conservato presso la Biblioteca Città di Arezzo: il cosiddetto “Fondo Diego Carpitella”. Il fondo non è l’archivio personale dell’eminente studioso, “padre fondatore” dell’Etnomusicologia in Italia, ma solo la parte riguardante una lunga indagine da lui condotta, tra il 1965 e il 1967, per il Consorzio per le attività musicali della Provincia di Arezzo (CAMPA): ovvero, una estesa campagna di documentazione condotta da Carpitella insieme a una équipe locale e con il sostegno tecnologico della sede RAI di Firenze, che ebbe per oggetto le tradizioni musicali del contado aretino, toccando numerosissime località del territorio provinciale.
Il Fondo indicato costituisce, ancora oggi, una testimonianza imponente e paradigmatica delle procedure di ricerca messe in atto negli studi concernenti le tradizioni musicali locali, durante gli anni Sessanta del secolo scorso, nella Penisola e le Isole, e anche in Europa; ciò risulta particolarmente rilevante in riferimento ai modi della documentazione audio, alle relazioni tra “interno” (gli informatori e i performer oggetto delle rilevazioni sonore) ed “esterno” (gli studiosi impegnati sul terreno, in studio e in archivio), ai rapporti tra enti e operatori della ricerca ed enti e operatori amministrativi, alla partecipazione di istituzioni sovradimensionate (RAI, CNSMP dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia).
È intenzione della équipe di ricerca dell’Università di Firenze studiare il fondo e valorizzarlo secondo prospettive multiformi, anche e soprattutto nell’ottica di una sua “restituzione” alla cittadinanza. Infatti, nei sessant’anni che separano l’impresa di Carpitella dal presente, poderose trasformazioni sociali, economiche e culturali hanno avuto luogo nei territori toccati da quella campagna di ricerca, tanto che è possibile ipotizzare che, in questi stessi territori, la memoria delle espressioni musicali documentate da Carpitella sia oggi sfocata, se non del tutto persa. Attraverso la diffusione di questo patrimonio sarà dunque possibile riattivare memorie, culturali ma anche affettive, presso le porzioni di cittadinanza insediate da diverse generazioni nel territorio, così come trasmettere segmenti significativi di tradizioni locali di rilievo presso nuove comunità di fruitori (giovani, nuovi abitanti).
Il fondo "Diego Carpitella" della Biblioteca "Città di Arezzo" include 2 buste e 3 cartelline di documenti cartacei, 123 bobine audio, 1 VHS, per un totale di 4,5 ml (3 palchetti). I faldoni contengono appunti, schede dei canti, quaderni con le trascrizioni dei testi, verbali delle riunioni del gruppo di lavoro. I nastri contengono le registrazioni dei brani raccolti e delle riunioni della équipe di ricerca. Nell'ambito del progetto ActAr, sono in corso il riordino, l'inventariazione e la digitalizzazione dei materiali.
Prenderà avvio a dicembre 2024, presso il Liceo Classico Musicale F. Petrarca di Arezzo, il laboratorio scolastico "Antico Futuro", promosso dall'unità di ricerca fiorentina di ActAr e condotto dai formatori Giacomo Manneschi, Francesco Chimenti e Michele Guidi. Il laboratorio, nato dalla collaborazione con Roberto Paris, docente di tecnologie musicali, mira a riattivare i materiali del fondo "Diego Carpitella" della Biblioteca Città di Arezzo per mezzo del coinvolgimento di alunni e alunne dell'Istituto e delle loro competenze musicali in formazione, nell'ottica di una valorizzazione partecipata del patrimonio e di una sua restituzione presso la cittadinanza del territorio aretino.